lunedì 9 novembre 2015

Coltivare il Ganoderma lucidum (Reishi o Ling Zhi)

Negli ultimi anni, tutti coloro che si interessano di cure naturali hanno potuto documentarsi sui benefici del Ganoderma lucidum, (noto nella tradizione giapponese come Reishi ed in quella cinese come Ling Zhi), grazie agli innumerevoli articoli e siti ad esso dedicati, spuntati appunto come funghi. Indicato da molti come la panacea per tutti i mali, e citato anche in televisione da persone completamente ignoranti in materia micologica, è ben presto cresciuto in popolarità, e conseguentemente numerosi siti ne propongono la vendita, sia in forma essiccata, che in forma di estratto. Spesso il costo è ingiustificatamente esagerato, per questo ho deciso di scrivere una guida sulla sua coltivazione.

Carpofori coltivati di G. lucidum

Sia ben chiaro: lungi da me attribuire a questo fungo miracolose proprietà curative. Si tratta certamente di una specie che è stata utilizzata per centinaia di anni da molte popolazioni, al punto da aver acquistato la fama di "Fungo dell'Immortalità". Tuttavia, lascio lo studio degli effetti medicinali a chi davvero è competente in materia. Io posso al massimo dare alcuni consigli sulla coltivazione pratica, avendo avuto modo, negli anni, di crescere questo fungo svariate volte con grande soddisfazione. 

Prima di iniziare, ci tengo a precisare che per mettere concretamente in atto le nozioni menzionate in questo articolo è necessario aver già letto e compreso le tecniche da me spiegate negli articoli precedenti. Vi prego pertanto di non scrivermi email senza aver già letto le mie precedenti guide.


Il Ganoderma lucidum è un poliporo saprofita o più raramente parassita, che cresce su legno di varie essenze, più frequentemente quercia, cerro, leccio ma anche castagno. Predilige climi caldi, ed è possibile trovarlo nei boschi (purché composti dalle piante di cui sopra) dalla primavera inoltrata in poi. Presenta un colore rosso-arancio o anche amaranto a seconda della varietà, molto caratteristico, ed una superficie liscia e lucida, come appunto si evince anche dal nome. Ha una consistenza legnosa da adulto, e gommosa in fase di crescita. Il sapore del fungo adulto è molto amaro, e pertanto non commestibile, mentre risultano commestibili i primordi, che è possibile cucinare come normali funghi.


Esemplare selvatico cresciuto accanto ad impianto di irrigazione


In generale, la coltivazione risulta piuttosto semplice, a patto di rispettare adeguatamente i parametri di crescita. Il micelio di questa specie è infatti molto aggressivo, caratterizzato da una crescita molto rapida. Ha un colore bianco intenso, una consistenza che tende a diventare gommosa con l'età. ed un caratteristico profumo, simile a quello del latte (o almeno a me lo ricorda :D).
Invecchiando il micelio assume una colorazione più scura, e spesso si forma chiazze di essudato di colore arancione, come del resto altre specie (ad esempio P. ostreatus e G. frondosa).


Primordi di G. lucidum in crescita

La crescita completa del fungo richiede un periodo di almeno due-tre settimane.

La forma di questo fungo è estremamente variabile a seconda delle condizioni ambientali: 
  • Uno scarso ricambio d'aria con alte percentuali di CO2 porterà alla formazione di carpofori dotati di solo gambo (in inglese chiamati appunto "antlers", cioè "antenne").
  • Al contrario, un elevato ricambio d'aria con basse percentuali di CO2  porterà alla formazione di funghi dotati di solo cappello.
Un buon compromesso è quello di mantenere scarso il ricambio d'aria nella fase iniziale, per poi aumentarlo una volta che il gambo ha raggiunto la lunghezza desiderata. In concreto, i pani di substrato possono essere conservati in una serra tenuta con le cerniere chiuse, per poi venire successivamente spostati in luogo più ventilato.

Importante: quando si forma il cappello, questo fungo produce quantità esagerate di spore (dello stesso colore della terra dei campi da tennis), che sono potenzialmente pericolose se inalate in quantità. Pertanto accertatevi di coltivarlo in un luogo adatto. Di seguito una foto per meglio esemplificare.

Carpoforo di G. lucidum con copiose spore
Le spore tendono a depositarsi sulla parte superiore del fungo, nonostante vengano rilasciate dai tubuli posti sotto al cappello. Una sfida alla forza di gravità?


Finché il fungo cresce, rimarrà presente il margine bianco intorno al cappello; nel momento in cui questo scomparirà, il fungo avrà terminato il suo sviluppo e sarà pronto da raccogliere (è comunque possibile raccoglierlo anche prima dello sviluppo completo).

Come substrato di crescita è consigliabile utilizzare segatura di latifoglia, ed è possibile procedere sia con la pastorizzazione che con la sterilizzazione (in tal caso si può ben supplementare con crusca). Questa specie cresce molto bene su tronchetti di faggio. È possibile anche la coltivazione su paglia, anche se non ho mai provato a metterla in atto.

Segatura di quercia, ottima per la coltivazione del Ganoderma


Riporto di seguito i parametri di crescita fissati da Stamets per la coltivazione di questa specie.


Crescita dello Spawn:
Temperatura d'incubazionee: 21-27° C
Umidità: 95-100%
Durata: 10-20 days
CO2: Tollerata fino a 50,000 ppm or 5%
Ricambio d'aria: 0-1
Requisiti di luce: n/a

Formazione dei primordi ("Antenne"):
Temperatura: 18-24° C
Umidità: 95-100%
Durata: 14-28 days
CO2: 20,000-40,000 ppm
Ricambio d'aria: 0-1
Requisiti di luce: 4-8 ore a 200-500 lux

Formazione dei primordi (Cappello):
Temperatura: 21-27° C
Umidità: 95-100%
Durata: 14-28 giorni
CO2: 2000-5000 ppm
Ricambio d'aria: Quanto basta per mantenere il desiderato livello di CO2.
Requisiti di luce: 12 ore on/off a 750-1500 lux.

Cicli di raccolta:
Due raccolti, in 90-120 giorni.

La coltura di Ganoderma lucidum può essere ottenuta da un esemplare selvatico (la clonazione deve avvenire prelevando il tessuto dalla parte bianca di nuova crescita! Si consigli l'uso di agar e petri) oppure acquistandola da un rivenditore. Ovviamente, è superfluo dire che nel primo caso dovrete essere certi della corretta identificazione. Il periodo migliore per coltivare questa specie è in estate, poiché è più semplice mantenere le elevate temperatura necessarie. Nel caso abbiate a disposizione locali adeguatamente riscaldati, potete procedere tutto l'anno.
Lo strato di copertura può essere applicato, ma non è indispensabile.

Oltre che per scopi medicinali, questa specie può essere coltivata anche per scopi ornamentali: una volta essiccati infatti, i funghi rimarranno immutabili nel tempo, e potranno essere utilizzati per creare composizioni artistiche. Unica eventuale minaccia... i tarli! :)

Ganoderma ornamentali da me fotografati in Cina

Concludo la guida sulla coltivazione con alcune foto di Ganoderma in diverse fasi di crescita. Nel prossimo articolo spiegherò come realizzare l'estratto medicinale del fungo, per sfruttarne le affermate proprietà terapeutiche.



In questa foto è possibile vedere entrambe le forme di Ganoderma, sia quella ad "antenna", che quella dotata di solo cappello. 





 Carpofori coperti di spore!


  Appena risciacquati








 Il fungo visto da sopra e da sotto



  "Antenne" in crescita




Alla prossima ;)


lunedì 17 novembre 2014

Lo strato di copertura, o "casing"


In questa guida spiegherò che cosa è lo strato di copertura (in inglese casing layer, o più brevemente casing), a cosa serve e come fare a prepararlo.
Si tratta di uno strato composto generalmente da torba, addizionata con materiali quali vermiculite o perlite, con cui viene ricoperto il substrato. La sua funzione è duplice: da una parte serve a trattenere l'umidità, fungendo da "riserva idrica" per il micelio sottostante; dall'altra aiuta la formazione dei carpofori, grazie alla presenza di particolari batteri al suo interno.
Non tutte le specie di funghi richiedono lo strato di casing. Per alcune specie come l'Agaricus bisporus esso è però essenziale, tant'è che se non viene applicato, spesso il micelio è addirittura incapace di fruttificare. Altre specie come il pioppino (Agrocybe aegeritasono perfettamente in grado di fruttificare anche senza, tuttavia beneficiano molto della sua applicazione (io ad esempio lo metto sempre). Infine vi sono alcune specie che non ne richiedono affatto l'applicazione, come lo shiitake (Lentinula edodes) ed il Ganoderma lucidum.
Come già detto, la composizione del casing può essere varia: una delle formule più utilizzate, e che personalmente prediligo, è composta da torba di sfagno e vermiculite, in percentuali uguali o con leggera prevalenza della torba. 
La torba è un composto estratto in veri e propri giacimenti (torbiere), formato da resti vegetali sprofondati e impregnati d'acqua che, a causa dell'acidità dell'ambiente, non possono decomporsi interamente. Ha un aspetto simile al terriccio ed un pH generalmente acido (4,5 - 5,5). Tuttavia è bene che misuriate manualmente il pH della vostra torba, dato che in alcune composizioni esso può essere sensibilmente più alto (6,5 - 7).
La vermiculite è invece un minerale, derivato dalla mica, che trova uno dei suoi utilizzi in agricoltura, grazie alla capacità di assorbire molta acqua, proprio come una spugna. Viene prodotta mediante surriscaldamento ad altissime temperature in appositi altiforni, e pertanto sarà praticamente sterile al momento dell'acquisto.
Un buon casing deve essere molto povero di nutrienti, per non rischiare di essere contaminato da organismi indesiderati. Per questo una ricette a base di torba e vermiculite è ottima, dato che sarà praticamente priva di sostanze appetibili per muffe e batteri. È bene, tuttavia, assicurarsi di acquistare torba di qualità, poiché quella economica contiene molto spesso residui legnosi non decomposti, che possono facilmente attirare il Trichoderma.
Molti rivenditori commerciali forniscono invece del comune terriccio come strato di copertura dei loro pani di substrato. Io preferisco tuttavia ricorrere alla torba per le mie coltivazioni, dato che il terriccio è molto più soggetto alle contaminazioni.
Esistono molte ricette per preparare il casing, un componente alternativo alla torba è la fibra di cocco, che presenta caratteristiche simili alla torba. Si può anche preparare con solo torba, solo vermiculite, fibra di cocco mista a vermiculite o torba, fibra di cocco mista a perlite, torba mista a perlite, ecc. ecc.
Se volete fare proprio "al risparmio", potete provare ad utlizzare anche della terra di campo, possibilmente non argillosa, evitando di prelevarla dalla superficie, per diminuire il rischio di raccogliere anche eventuali parassiti in essa contenuti.
Il casing ideale avrà un pH che si aggira intorno ad 8, cioè leggermente basico. In realtà tutte le specie di fungo prosperano in un ambiente con pH neutro o acido, tuttavia è preferibile mantenere il livello un po' più alto per scoraggiare la contaminazione da parte di muffe molto comuni, che prediligono substrati acidi e che al contrario dei funghi commestibili mal tollerano pH più elevati.
Per innalzare il pH del vostro casing potete aggiungere, se necessario, un po' di carbonato di calcio, reperibile in ferramenta, in quantità variabile rispetto agli ingredienti che utilizzerete. Nel nostro caso è stato sufficiente aggiungerne un cucchiaio, per circa 8 barattoli.
Un'ultima puntualizzazione: alcuni preferiscono non pastorizzare il casing, per garantire la presenza di batteri utili alla fruttificazione del micelio. Io invece preferisco sempre pastorizzare, per eliminare eventuali uova di insetto che potrebbero essere presenti nella torba, e ridurre la carica batterica che potrebbe portare a contaminazioni. Se proprio siete pigri potete evitare di pastorizzare, ma a vostro rischio e pericolo. In ogni caso è bene non sterilizzare il casing, perché potrebbe contaminarsi in un batter d'occhio.

Dunque, dopo questa esaustiva premessa possiamo iniziare: di seguito vediamo come fare un po' di casing di torba mista a vermiculite.

Il procedimento è assulutamente uguale a quello che abbiamo già visto nella precedente guida riguardante la pastorizzazione del letame.
Per prima cosa procuriamoci la torba:



Come vedete è molto simile al terriccio:



La vermiculite si presenta invece così, sotto forma di granuli spugnosi. In commercio esiste in diverse pezzature, io uso la vermiculite media.






A questo punto, a seconda del numero di barattoli che vogliamo preparare, dovremo dosare gli ingredienti. Ovviamente come già spiegato nella guida precedente bisogna utilizzare barattoli assolutamente identici in diametro ed altezza. Prendete quindi un barattolo, riempitelo di torba per tre quarti e versate dentro ad un secchio. Ripetete una volta per ogni barattolo che utilizzerete. Poi prendete un altro barattolo e riempite per metà di vermiculite ripetendo, ancora una volta, in base al numero dei barattoli che intendete utilizzare. Se necessario, come spiegato prima, aggiungete il carbonato di calcio.



Poi aggiungete l'acqua fino a ricoprire il tutto, e mescolate bene.



Prendete poi una manciata di composto e strizzatela con forza tra le mani, fino a far uscire tutta l'acqua possibile. Una volta "strizzata" via l'acqua, mettete la manciata dentro al primo barattolo. Ripetete fino a riempirlo, e proseguite l'operazione con tutti gli altri. Una volta finito, sciacquate i lati dei barattoli per togliere lo sporco (facendo ben attenzione a non bagnarne il contenuto, altrimenti sarà tutto da rifare!).

Ciascun barattolo si presenterà quindi così:




A questo punto, esattamente come nella guida precedente, coprite ogni barattolo con un foglio di carta stagnola e sistemateli nella pentola, aggiungendo acqua fino a tre quarti dei barattoli, e senza mettere il coperchio alla pentola. Una volta che la temperatura avrà raggiunto i 60°, spegnete il gas e mettete il coperchio. La temperatura continuerà a salire fino circa ai 70°, e poi inizierà a scendere.



Trascorsa un'ora e mezza, due al massimo, togliete i barattoli e lasciateli raffreddare.
A questo punto il casing è pronto.

Vi ricordo che il casing va applicato solo quando il substrato è già completamente colonizzato.
L'ideale è applicare il casing sul substrato, richiudere la busta e rimettere il tutto in incubazione per 4-5 giorni. In questo modo il micelio avrà modo di colonizzare il casing ed affiorare sulla superficie. Comunque, non aspettate troppo: l'ideale è uno strato di casing solo parzialmente colonizzato, con qualche chiazza di micelio qua e là che fa capolino.
Di seguito alcune immagini per capire meglio:

















Bene, a questo punto non rimane che mettere il tutto a fruttificare, ed attendere la comparsa dei nostri amati frutti. Di seguito un po' di foto di funghi che emergono dal casing:


Pioppino - Agrocybe aegerita


Pioppino - Agrocybe aegerita

Cardoncello - Pleurotus eryngii

Grifola frondosa

 Agaricus augustus



Ciao a tutti e alla prossima ;)

domenica 6 ottobre 2013

Pastorizzare letame


Il letame è uno dei substrati principali che possono essere utilizzati nella coltivazione dei funghi: l'Agaricus bisporus (la specie più coltivata in assoluto) ad esempio viene coltivato su di un substrato composto di letame e paglia. In questa guida vedremo come pastorizzare il letame, in modo che sia possibile utilizzarlo con successo ai nostri fini. Innanzitutto, è bene precisare che non tutti i tipi di letame possono essere utilizzati. Solo quelli degli animali erbivori sono adatti, ad esempio cavallo, mucca, capra, pecora.  Anche quello di gallina (chiamato volgarmente pollina) può essere utilizzato con successo. Il letame di maiale è invece bene lasciarlo dov'è, perché è normalmente molto carico di germi, e potrebbe essere pericoloso maneggiarlo. Ovviamente quello umano non lo prendo nemmeno in considerazione, perché mi fido della vostra intelligenza :)
Prima di poter essere utilizzato il letame dev'essere sottoposto ad un processo di compostaggio, così da renderlo "stabile". Più avanti dedicherò una guida a tale tecnica. 
Per semplificarsi la vita, è possibile utilizzare lo stallatico comunemente venduto nei negozi di giardinaggio ed anche nei supermercati: è già compostato, del tutto simile al normale terriccio e l'unico trattamento necessario è appunto la pastorizzazione.
Con questa guida vedremo come pastorizzare una piccola quantità di letame, sufficiente per uno o due blocchi di substrato.
Vi serviranno una pentola il più capiente possibile (se avete una Presto o una All American va benissimo), dei barattoli di vetro di dimensioni uguali (tanti quanti la pentola può contenerne senza sovrapporli, oppure meno se non ve ne servono così tanti) ed un termometro per arrosti.


Per prima cosa indossate un paio di guanti impermeabili e versate il letame in un secchio o recipiente analogo:


 Come vedete la consistenza è quella del terriccio.


Adesso aggiungete acqua fino a ricoprire completamente il tutto, e mescolate bene.


A questo punto, prendete una manciata di letame e strizzatela con forza tra le mani, fino a far uscire tutta l'acqua possibile. Una volta "strizzata" via l'acqua, mettete la manciata dentro al primo barattolo. Ripetete l'operazione fino a riempirlo, e proseguite l'operazione con tutti gli altri. Finita l'operazione, sciacquate i lati dei barattoli per togliere lo sporco (facendo ben attenzione a non bagnarne il contenuto, altrimenti sarà tutto da rifare!).


Coprite i barattoli con della carta stagnola...


...e metteteli dentro alla pentola. Aggiungete acqua fino ai tre quarti dei barattoli.


A questo punto, accendete il gas senza mettere il coperchio alla pentola.


L'obiettivo è quello di far raggiungere alla parte centrale di ogni barattolo la temperatura di 60°. Ci vorranno dai 20 ai 30 minuti circa. Possiamo monitorare la temperatura con un termometro per arrosti, dal costo di pochi €.


Il termometro va inserito per metà nel barattolo centrale, in modo che la punta sia a contatto con la parte centrale del contenuto del barattolo.


Appena la temperatura raggiunge i 60°, spegnete il gas e mettete il coperchio. La temperatura continuerà a salire fino circa ai 70°, e poi inizierà a scendere.


Trascorsa un'ora e mezza, due al massimo, togliete i barattoli e lasciateli raffreddare. 


Una volta raffreddati i barattoli, il letame è pronto da utilizzare. Possiamo versarlo in contenitori di plastica o buste, mischiandolo a spawn. Entro qualche giorno sarà possibile notare la crescita del micelio.


Qui ho inoculato del letame con segatura già colonizzata dal micelio, nello specifico si trattava di  Lepista nuda.


Quando tutto il substrato sarà invaso dal micelio, potrete metterlo a fruttificare, con modalità differenti a seconda della specie coltivata.

Potete anche sotterrare il blocco di substrato all'aperto in un luogo adatto; in questo modo potrete dare origine ad una coltivazione perenne all'aperto.


  Così facendo, i funghi nasceranno nei normali periodi di crescita: autunno e primavera.



Coprinus comatus


 Alla prossima ;)